05 September 2006

A.A.A. cercasi lombrico

Confortata dal supporto morale di Charles Darwin, credo che a fine giornata potrò recarmi all’Oasi Del Pescatore in via Gluck per ritirare i miei quattro lombrichi operai destinati ai miei due vasi all’ingresso di casa mia, rimpolpati da poco con certi arbusti sempreverdi. Trovare l’Oasi del Pescatore non è stato difficile, basta ricercare il nome del negozio della categoria “Pesca e Articoli Sportivi” più convincente (e direi che in questo caso ci siamo) sulle Pagine Gialle, telefonare e chiedere se ci sono due lombrichi pronti a lasciare il negozio. Cosa centra Darwin in tutto questo? Sembra che il creatore della teoria dell’evoluzione per selezione naturale avesse una vera e propria simpatia verso lombrichi, vermi e invertebrati similari, tanto da scrivere al crepuscolo della sua esistenza, un capolavoro “minore” intitolato “La formazione del terriccio vegetale per l’azione dei vermi con osservazioni sui loro costumi” (1881). A me, i lombrichi sono venuti in mente giusto qualche giorno fa, quando mi sono dedicata a qualche ora di Pollice Verde, attività anti-stress che assolutamente consiglio a chi volesse distendersi dopo nove ore davanti al computer tra colleghi poco sopportabili, godendo nel puntare le dita nel terriccio e giocare con palline di argilla. Qualsiasi manuale di giardinaggio non vi farà piantare nemmeno un bulbo se non vi sarete assicurati che il terreno sia ben permeabile all’acqua. E qui entrano in scena i lombrichi.
“Nella storia del mondo i vermi hanno svolto un ruolo più importante di quanti molti possano di primo acchito supporre. Sono straordinariamente numerosi in quasi tutti i paesi a clima umido e rispetto alla loro dimensione, dispongono di una grande forza muscolare”. Così scriveva Darwin. E come dargli torto? Nei suoi testi racconta anche delle escursioni in campagna con il reverendo J.G. Joyce presso gli scavi di un certo duca di Wellington, in siti che riportavano le testimonianze dell’antica presenza romana in Gran Bretagna: “Il signor Joyce all’inizio era scettico sulla portata dell’opera che io attribuivo ai lombrichi – scrive Darwin – ma, alla fine, dovette ammettere la bontà della mia ipotesi”. A far crollare le mura delle costruzioni romane è stata infatti “l’azione di scavo compiuta dai vermi sotto le pavimentazioni”!
Sarà mia cura, prima di passare all’Oasi del Pescatore, fermarmi in libreria e documentarmi maggiormente, acquistando una copia della pubblicazione “I lombrichi di Darwin e la morte di Freud” dello psicoterapeuta filosofo Adam Phillips, salvo poi ritrovarmi con degli scrupoli morali a buttare nei miei vasi dei lombrichi, ma questo lo saprò solo al termine della lettura dell’opera. Certo, dovrò fare un certo lavoro sui miei ricordi infantili, e staccarmi dagli affetti più profondi provati a quell’età verso un personaggio come Zigo Zago. Chi non lo conosce? Zigo Zago era, con Ciccio Pasticcio e il Gatto Sandrino (Achille non me ne voglia per la citazione), uno dei personaggi principali delle avventure di Richard Scarry. Arrivava tranquillo, tranquillo sulla sua melamobile per prendere parte alle vicende quotidiane della felice comunità di Sgobbonia (dal nome si capisce chiaramente come l’autore volesse chiarire da subito ai piccoli lettori il senso della vita, una volta preso il diploma o la laurea). Tra l’altro, a Sgobbonia, non mancavano nemmeno i clochard. Da spiegare come, anch’essi in qualche modo, risultassero felicemente integrati nelle comunità di Scarry. Ma questa è un’altra storia.

5 Comments:

Blogger Scettico said...

Io pensavo di prendere un black mamba (http://it.wikipedia.org/wiki/Black_mamba). Non so se va bene per le piante ma di sicuro nessuno viene a far casino in casa.
Lunga vita a Zigo Zago e Sandrino

6:06 AM

 
Blogger Dr. Pippity said...

"Apre la bocca, facendo vedere il nero al suo interno, e inizia a sibilare aggressivamente..." è un film dell'orrore la descrizione data su wikipedia!
Lunga vita a Zigo Zago!

7:21 AM

 
Blogger Scettico said...

Volevo dirti che alla fine mi hai plagiato, ho deciso anch'io di scrivere un blog...
Quando hai tempo dagli un'occhiata, è http://lelocuste.blogspot.com

4:03 AM

 
Blogger Dr. Pippity said...

Ti farò visita con immenso piacere...l elocuste mi hanno sempre incuriosito.

5:15 AM

 
Blogger Unknown said...

Io cercavo se al trapianto e' opportuno lasciare i lombrichi che si trovano nel vaso piccolo che ospitava la pianta.

Finora non ho trovato nulla a riguardo ma penso che sia opportuno rimetterli insieme alla pianta nel nuovo vaso

Voi cosa ne pensate ?

2:01 AM

 

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