16 October 2006

No, mi spiace. Giovedì sono impegnata…

Tranquillo. Anzi, di umore buono. Che problema c’è? Il sospetto Unabomber è indagato solo per una ventina di attentati commessi negli ultimi dodici anni. Le ipotesi di reato? Lesioni personali continuate, aggravate dalla finalità di terrorismo, cui si aggiungono fabbricazione, detenzione e porto di ordigni per finalità di terrorismo. Ma lui è tranquillo e lo dichiara serenamente, mentre sta seduto al bar, poco distante dal Palazzo di Giustizia di Trieste, dove a breve dovrà presentarsi. Se fosse un personaggio dei fumetti, sarebbe il fratello naturale del Signor Burns, il proprietario semidemoniaco della centrale nucleare di Springfield dove lavora il buon Homer Simpson. Se non fosse un ingegnere, non vestirebbe in abito scuro, camicia bianca e… calzini bianchi. E questo è il punto della questione. Sono curiosa di vedere come si concluderanno le indagini intorno a questo uomo solare e dal sano colorito, ma trattandosi di un ingegnere, purtroppo un’opinione, se pur personalissima, non ho potuto fare ameno di farmela. È un ingegnere. Il problema è tutto qui.
Civile, industriale, dell’informazione, edile, aerospaziale… per me, tutti gli ingegneri, sono una categoria da evitare. Passi averne uno come amico, come collega, parente acquisito, ma è sempre meglio tenersene alla larga. Il primo racconto che mi capitò di ascoltare anni fa, riguardava un ragazzo che studiava ingegneria al Politecnico di Milano e che un giorno, dopo un periodo di studio piuttosto intenso, era scappato nei boschi (per rimanerci). Non so quanto ci fosse di vero in questa potenziale leggenda metropolitana, ma ne rimasi abbastanza colpita. Anni più tardi, sbiadito il racconto di questo improvvisato Orzowei, mi è capitato di uscire con un ingegnere, propinatomi da mia sorella e dal suo (di allora) fidanzato che ci giocava a squash ogni mercoledì sera. “Devi uscirci: è alto, sportivo, simpatico, intelligente”, e… ingegnere. Ci sono uscita quattro volte credo. Appena mi sono accorta che nel suo time schedule aveva programmato le nostre uscite serali sul giovedì (e che per chiedermi di uscire mi chiamava ogni lunedì alle ore 21, più puntuale delle bollette dell’Enel), me la sono data a gambe levate. Non prima di aver provato a baciarlo, che è stato tale e quale baciare un trancio di rombo appena tolto dal freezer. Se ci avessi fatto del sesso, non ci sarebbe stato niente di strano nel vederlo con gli occhiali da vista addosso per l’intera durata di un incontro, tanto passionale quanto una partita a ramino. Errare humanum est. Così non è stata né la prima né l’ultima volta che sono uscita con un ingegnere, ma lo devo dire, prima o poi, qualcosa di psicopatico, di problema caratteriale convulso che potrebbe sfociare in un atto degno di articolo da prima pagina per la cronaca nera, se esci con un ingegner lo snasi. Quindi, diffidate dei calzini bianchi, diffidate di un ragazzo che, guarda a caso, vi chiede di uscire sempre il giovedì o qualunque altro giorno della settimana, diffidate di scatti, tic nervosi e movimenti rapidi e immotivati da salamandra agitata. Il mondo è pieno di Elvi (mostri-ingegneri degni di un sequel de “Il signore degli anelli”) da cui tenersi a debita distanza. Se poi si mettono a fabbricare pure bombette…

4 Comments:

Blogger Scettico said...

Ho girato il link tutti gli ingegneri che conosco.
Buona fortuna e occhio a quando apri i tubetti di maionese...

3:08 AM

 
Blogger Dr. Pippity said...

Molto bene, ti ringrazio. Ingegneri siate i benvenuti (solo virtualmente si intende) se di che comunicare. Scettico, non è così edificante che tu ne conosca così tanti...

4:09 AM

 
Blogger Scettico said...

Io almeno non li bacio (di solito).

8:28 AM

 
Blogger Spaggio said...

Ma dai, gli ingegneri fanno un sacco comodo. Fanno ridere (su di loro girano più barzellette che sui carabinieri), sono utili (qualunque ingegnere è in grado di cambiarti qualsiasi lampadina di casa) e non sporcano... meglio di un qualsiasi animale domestico, non trovi? ;)

3:02 AM

 

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