20 October 2006

Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate

In una lezione di 50 minuti, la curva d’attenzione di uno studente raggiunge l'apice dopo i primi 7-8 minuti, per poi avere un calo costante che verso i 26-27 minuti di lezione raggiunge il minimo. Dopo questo crollo, fortunatamente risale e si mantiene abbastanza costante fino alla fine dell'ora (sempre al di sotto comunque dell'apice iniziale). In una riunione di lavoro non cambia proprio un fico. Già. Il problema è che si sa quando si entra, ma non si sa quando si esce. Chi rimane chiuso in ufficio otto ore al giorno, come la sottoscritta, non la scampa. Per animare gli entusiasmi, passa sotto gli appellativi più di tendenza del momento, come briefing, meeting, brain-storming…ma vogliamo o no chiamarla cazzo di riunione di lavoro?! Tanto quella è. Sopravvivere? Si può. In primis, fondamentale la scelta della poltroncina su cui si deciderà di sprofondare in maniera direttamente proporzionale alla durata del rendez-vous. La mia raccomandazione è Sempre poco in vista: lontano dal capo, lontano dal collega antipatico, da quello con l’alito cattivo, da quello con un principio di influenza o, peggio che mai, con un virus intestinale (io una volta ne ho preso uno così), ma questo purtroppo non lo potete sapere. Se nei primi dieci minuti potrete stare attenti, poi non la darete a bere a nessuno… i pensieri più bizzarri inizieranno a passarvi per la testa: “Avrò chiuso la porta di casa?”, “Ho preso la pillola ieri sera?”, “Cacchio, non ho riportato i DVD da Blockbuster!”, e così via. Pensieri fulminei e incontrollati, l’importante e non farsi prendere da sussulti corporali incontrollati davanti ai colleghi. Poi esiste un categoria di pensieri, assolutamente voluti e ricercati. Mi spiego. Proprio quando si abbandonano le speranze di poter riuscire ad ascoltare quello che ha da dire il collega o il vostro superiore, ormai lanciato in un monologo senza controllo, la soluzione è iniziare a pensare a qualcosa di piacevole, gratificante, che vi in trattenga fino al termine del monologo perlomeno. Eventuali organizzazioni domestiche propositive per riportare a un aspetto umano il bilocale lasciato in stato ignobile al mattino, la compilazione di una lista della spesa virtuale da fare prima di tornare a casa (anche se io me la scrivo spudoratamente sul block-notes sotto gli occhi dei presenti) o, perché no, fantasie, frammenti e fotogrammi di scene di sesso della sera prima se si è fortunati o di qualche giorno addietro, se l’attività è parsimoniosamente distribuita nell’arco della settimana. Tutto senza espressioni beatificate sul viso o sorriseti appena accennati, o peggio sguardo perso nel vuoto. La pratica, ad ogni modo, aiuta. Altro metodo per rimanere desti è dare spazio all’estro e alla creatività di ciascuno di noi: disegnare fiorellini, triangoli, cerchi, greche bizzarre da proporre a La casa del Bagno di viale Monza, animali e marziani, o studiare le più molteplici varianti alla vostra firma. Se la riunione vi tocca la mattina siete fortunati, magari vi siete anche presi la vostra dose quotidiana di Ginko Biloba, ginseng, pappa reale, Actimel o Multicentrum. Se vi capita prima o dopo pranzo siete nella merda: nel primo caso, non so se andrete a pranzo e sarete torturati da una profonda voragine che si aprirà nel vostro stomaco; nel secondo caso, sarete in piena digestione e, con l’addizionale di un pasto a base di capriolo con polenta o pasta al pesto, sarete già a lisciare le ali di Morfeo. Ma se tutti sanno che sta’ benedetta curva dell’attenzione inizia a dare i primi segni di cedimento dopo i primi dieci minuti, perché mai certe riunioni durano una vita?

2 Comments:

Blogger laura said...

simpaticissimo questo post, io di solito torturo il blocknotes con disegni allarmanti!:-) Laura (www.laurabogliolo.splinder.com)

8:40 AM

 
Blogger Dr. Pippity said...

Allarmanti?! Finchè non disegni ghigliottine o patiboli con relativi colleghi d'ufficio puoi stare tranquilla. :-)

Gaico

9:03 AM

 

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