26 October 2006

Lo voglio grande, ricoperto di panna, in un bicchierone di carta

Espresso, Caffè americano, Frapuccino, muffins integrali, al cioccolato e ai mirtilli, Cookies e Brownies… no, non sono in preda a un attacco bulimico, voglio solo il mio Starbucks, in Italia, possibilmente a Milano. Avete in mente Gwineth Paltrow nel film “Sliding Doors” mentre corre al lavoro con in mano un caffè in un bicchierone di carta e relativa ciambella consegnateli per strada dal suo (deduco) barista di fiducia? Ecco. Vorrei mi capitasse la stessa cosa ogni mattina, prima di entrare in redazione. Vorrei un caffè americano grande accompagnato da muffin con gocce al cioccolato (ben diverso da quello che ti rifilano di questi tempi negli autogrill) e arriverei in ufficio col sorriso stampato in faccia.
Di recente sono stata a Valencia. Al civico 44 di Calle San Vicente, hanno aperto da poco un nuovo Starbucks. Il giorno del mio rientro in Italia, domenica mattina, ho deciso di fare la colazione dei miei sogni proprio seduta su un divanetto di Starbucks, sorseggiando un Frappuccino alla cannella e guardando fuori dalla vetrata la gente che passava per strada. Deliziata e soddisfatta da tutto quel ben di dio, prima di uscire ho scambiato due parole con il cassiere spagnolo, un certo Juan. Da quello che ho capito, Valencia ha il suo Starbucks per le numerose richieste fatte avere all’Head Office dell’impresa americana da parte di vari fan caffeinomani come la sottoscritta. Ma pensateci bene… saremo pure il paese con il culto del buon caffè, ma al mattino siamo sempre lì, davanti a un bancone, rigorosamente in piedi, a sgomitare per poterci bere in tutta fretta un espresso e addentare una brioche (o cornetto) alla crema. Per non parlare di quando, arrivati in ufficio, si beve l’intruglio scuro erogato dalla macchinetta del caffè (si suppone, infatti, si tratti di caffè) più volte al dì. Vuoi mettere con il piacere di sedersi in un locale che ha tutte le sembianze di un salotto, con quadri e stampe alle pareti, con quotidiani freschi di stampa da leggere e computer disponibili per navigare in rete?
L'idea geniale è venuta a un certo Schultz (proprio come quello dei Peanuts, ma con una “t” in più). Sapete dove? Proprio a Milano, quando, trovandosi a passeggiare in corso Vittorio Emanuele, questo Schultz si accorse della gran quantità di bar a Milano e di quale business potesse rappresentare. Da qui, l’idea di una catena di Coffee bar che in circa vent’anni, ha tappezzato il continente americano e non solo. In Europa ci sono Starbucks in Inghilterra, Irlanda, Francia, Grecia, Austria e Spagna. A Milano è arrivato anche il Disney Store. Dov’è Starbucks?

4 Comments:

Blogger Dr. Pippity said...

Ciao Alby, grazie mille per la segnalazione, era una community che ancora non conoscevo e ho appena pubblicato un post in "Sesso&Psiche"...
A presto!

3:50 AM

 
Blogger Dr. Pippity said...

Per consolare 9521Fra:

In attesa che Starbucks conquisti un posticino anche da noi, possiamo accontentarci del caffè americano di McDonald's,a nche questo servito in bicchieri di carta. Lo so, non è la stessa cosa, anche perchè rischi di ustionarti...e poi non è Londra...

3:55 AM

 
Blogger Scettico said...

Aaaaah ma cosa dite? Starbucks? Frappuccino? Caffé americanoooo? Vade retro satana!
Dovrebbe esserci la pena di morte per quelli come voi... meno male che c'è chi lotta per un mondo migliore :-)

8:26 AM

 
Blogger Rosy said...

Ciao mi puoi dare un consiglio, su come poter fare a pubblicare nei vari motori di ricerca i miei blog. Grazie

3:17 PM

 

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