12 December 2006

Il mio nome è Ogina Knaus

C’è la terapia Kneipp. C’è il dado Knorr. E c’è il metodo Ogino-Knaus. In verità, devo ammetterlo, ho sempre creduto che Ogino fosse il nome e Knaus il cognome. Non so, uno dei tanti immigrati in qualche cantone svizzero, o un personaggio tratto da un film di Pieraccioni abituato a sentirsi chiamare tra i campi di grano dai colleghi contadini “O’ginooooooooo…”
Invece no. Il metodo anticoncezionale Ogino-Knaus è frutto della collaborazione di un medico giapponese, Kyusaku Ogino per l’appunto, e di un medico austriaco, Hermann Knaus. Io posso dire di essere estremamente riconoscente a questi due uomini perché, se sono al mondo, è merito loro. O meglio, per merito dell’interpretazione personale del suddetto metodo di mia madre, semplificata al non avere rapporti nei cinque giorni precedenti e successivi al ciclo. Ad ogni modo, il metodo è a tutti gli effetti considerato poco sicuro, poco affidabile e sconsigliabile, un po’ come appoggiare i bagagli su un marciapiede a Mergellina e voltargli le spalle. Sì, decisamente sconsigliabile, anche senza le libere interpretazioni dell’universo femminile. A distanza di circa vent’anni dal giorno della mia nascita, però, viene lanciato un nuovo sistema di contraccezione chiamato Persona. Un simpatico marchingegno che consiste in un monitor e dei test usa e getta per conoscere i giorni fertili del proprio ciclo.
Da non credere! Da quello che ho capito (il metodo mi è stato illustrato a spizzichi e bocconi da una vicina di casa sul pianerottolo), basta prendersi la briga per otto mattine filate, possibilmente alla stessa ora, di fare pipì su uno di questi test-stick, inserirli nella computerino e al resto ci pensa lui. Il mio entusiasmo iniziale per la trovata geniale ha lasciato a poco a poco spazio a qualche perplessità, pensando alle difficoltà e alla rottura di scatole a cui in realtà si va incontro. Già è un’impresa alzarsi dal letto, dirigersi in bagno senza sbattere contro porte e spigoli, causa sonno e nel mio caso, accentuato astigmatismo, ma non oso immaginare la fatica per centrare uno stick che non credo più grande del righello che usavo in quinta elementare. Fosse solo una questione di mira. Vogliamo parlare di una vita condizionata da una lucina rossa accesa nei giorni fertili? Ho l’incubo di quella dell’olio del motore, se dovessi svegliarmi con Persona che, puntuale come un bollettino dell’Ansa prima di colazione mi rende partecipe di cosa sta succedendo alle mie ovaie, non so se riuscirei a uscire di casa. Per funzionare, funziona, danno addirittura il 94 per cento di affidabilità. Se poi viene usato, contrariamente ad ogni regola del Codice della Strada per premere l’acceleratore in caso di semaforo rosso, il tiro al piattello mattutino non pesa più di tanto.
Ma poi, se i problemi fossero solo all’inizio di una gravidanza saremmo a posto. Per quanto mi riguarda, ce ne sono stati anche alla fine. Il giorno in cui era prevista la mia apparizione in sala parto, il ginecologo di mia madre aveva programmato una bella vacanza con famiglia al seguito. Ecco come, non solo sono figlia di Ogino Knaus, ma la mia nascita è stata anche anticipata di qualche giorno, per permettere a quest’uomo di andarsene in ferie. Non mi sorprenderei se si fosse presentato in sala parto con bermuda, camicia hawaiana e infradito tirandomi per la testa per farmi uscire prima.

3 Comments:

Blogger Scettico said...

Hai notato anche tu che qui su Blogspot non commenta mai nessuno? :-)

12:39 PM

 
Blogger Dr. Pippity said...

Ebbene sì, scettico. Perchè bisogna registrarsi. E pensare che per farlo ci vogliono due minuti... :-)

12:56 AM

 
Anonymous Anonymous said...

molto intiresno, grazie

5:55 AM

 

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