10 November 2006

Dentro o fuori, può cambiare tutto

Stasera vado a tagliarmi i capelli. Magari cambio anche colore. Chissà poi che tornando a casa, trovandomi nell’affollatissima stazione di Cadorna, non perda la metropolitana, non finisca all’ospedale per essere scivolata su una buccia di banana sul marciapiede e che alla fine di questa catastrofica sequenza di sfighe, non mi capiti qualcosa di bello. Oppure che scavalcando venti, trenta persone riesca a prendere questa benedetta metropolitana, e che, arrivando in orario al campetto di Football Americano per prendere in consegna cd con foto per articolo affibbiatomi dalla redazione sportiva del giornale, non incontri un avvenente Hulk Hogan che mi invita a pizza e coca in allegria.
Vi è mai capitato di svegliarvi una mattina e chiedervi se da lì a qualche ora, prima che faccia sera, non capiterà anche a voi una situazione da “Sliding Doors”? E di essere presi anche dalla paura di fare la scelta più sbagliata possibile? Una cosa è certa, perdere la metropolitana è un gran giramento di palle.
Ad ogni modo, Gwineth Paltrow insegna. Ho visto quel film almeno quattro cinque volte. Tutte le volte che lo guardo, passo 105 minuti a commiserare la Gwineth che viene licenziata, che perde per un soffio la metropolitana, che viene aggredita da uno squilibrato borseggiatore e finisce per fare la cameriera e a portare sandwich al pollo proprio all’amante dell’ominide con cui continua a convivere, ignara dei suoi tradimenti.
La Gwineth che invece, a inizio film becca a casa lo stronzo che se la sollazza con Lady Godiva a smorzacandela sulle note di Elton John, si prende di sicuro una bella batosta ma, alla fine:
1) taglia i capelli e si fa bionda (come noi donne siamo solite fare quando vogliamo dare un taglio a qualcosa che non ci va nella vita) e sta molto meglio
2) si mette in proprio con un'attività di PR tutta sua
3) incontra un tipo, anche più carino del decerebrato mentale che aveva in casa
Poi alla fine muore, ma è un dettaglio.
Ad ogni modo interrogarsi o no sull’eventualità di trovarci in una situazione da “Sliding Doors” serve a poco. Accorgersi in tempo di quando ci si trova proprio in mezzo (non alle porte, alla situzione), è fondamentale. Un testa o croce delirante direi.
E quando ci si accorge di averla già vissuta in passato una situazione del genere? A quel punto, può scattare il rimpianto, il rimorso o si può assumere l’atteggiamento di chi si vuole prendere ancora un po’ di tempo per capire se ha fatto bene o male a prendere una decisione piuttosto che un’altra.
Esattamente un anno fa mi licenziavo da un impiego ben retribuito e a tempo indeterminato (una manna dal cielo di questi tempi) per fare la Clark Kent in versione femminile e freelance.
Due mesi da saltimbanco tra una redazione e l’altra per ritrovarmi una mattina seduta a una scrivania con un contratto da praticante giornalista nella redazione di una rivista di bambini. Un bel culo, direi.
Esattamente un anno fa ricevevo anche una lettera in cui mi veniva comunicato che la mia domanda per essere ammessa a un Master de Periodismo a Bilbao in Spagna era stata accettata. Chissà. Magari adesso mi troverei con il fondoschiena su una comoda poltroncina della redazione di “Casa y Estilo", “El mundo del Caballo”, “Cocina Fàcil”, “Perros de caza”

1 Comments:

Blogger Dr. Pippity said...

Tagliati ma niente colore, forse l'inconscio voleva che le cose presenti non cambiassero troppo...
Buen viaje y haz buena comida de Tapas!

5:35 AM

 

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