12 July 2007

Uscire allo scoperto

Devono essere passate due settimane dall’ultima volta che ho messo piede in questo blog. Cosa che credo sia avvenuta solo nei primi giorni di vita di questo spazio, nell’agosto di un anno fa, quando me ne andavo in ferie a poltrire. Questa volta non ero in vacanza, bensì inbloggata (bloccata a scrivere sul blog) da ben altre vicissitudini. Situazioni e condizioni in cui mi sono trovata a pensare a come spesso risulti difficile, se non impossibile, uscire allo scoperto. Non intendo dire che ho problemi a uscire di casa, sia chiaro, ma quante volte ci si trova a nascondere qualcosa, ad avere un segreto, quando va bene, o ad averne più di uno? E i motivi? Le ragioni per cui si nasconde qualcosa sono innumerevoli.
Se ti trovi nella situazione in cui l’hai fatta grossa (omicidio colposo, rapina in banca, tradimento extraconiugale, retromarcia senza guardare nello specchetto retrovisore con conseguente botto, etc.), con ogni probablità tenderai all’omertà assoluta.
L’idioma d’oltremanica insegna. Hanno definito “white lies”, le bugie che non fanno male a nessuno, a cui si ricorre per quieto vivere. Quindi si può decidere di non uscire allo scoperto anche a fin di bene, per non offendere o recare danno al prossimo. Tuttavia, non sempre è possibile. Basti pensare a quando alle elementari si facevano le squadre durante l’ora di ginnastica: i due capitani delle squadre sceglievano a turno i compagni di gioco e, guarda a caso, gli ultimi a non essere scelti erano sempre gli stessi; così il fatto che non fossero proprio bravi a giocare a Palla prigioniera, era palesato chiaramente a tutti i presenti.
Uscire allo scoperto comporta un po’ di coraggio, anzi, parecchio. In gergo popolare, si tratta di avere le palle o i controcoglioni. Non è facile tradurre i propri pensieri in parole, non è semplice trovare il momento più idoneo per farlo, è impossibile adivinare la reazione dell’interlocutore (escluso il caso di un omicida che si costituisce alla caserma dei carabinieri, dopo aver fatto secca la moglie in una notte d'estate). E il problema è proprio qui. Uscire allo scoperto è un po’ come mostrare il fianco. Le cose sono poi diverse se, è per aver mostrato troppo il fianco che occorre uscire allo scoperto ma, ad ogni modo, messa in pratica la strategia dell’ignorante, tradotto per semplicità d’uso in strategia dell’ignorri o gnorri, se ne esce sempre in qualche maniera. Non si esce allo scoperto perché si teme una reazione inaspettata, una reazione ben lontana da quello che vorremmo; si teme il giudizio, uno sguardo più espressivo delle parole o un esplicito silenzio. Per questo, anche oggi, aspetterò a chiedere ferie al mio capo.

4 Comments:

Anonymous Anonymous said...

questo potrebbe spiegare il comportamento misterioso di un'altra mia amica... che avevo dato per scomparsa... beh, a meno che non si tratti di qualcosa di grave, è sempre meglio uscire allo scoperto... poi, se un problema lo puoi risolvere, non c'è da preoccuparsi, se invece non lo puoi risolvere, non vedo perchè preoccuparsi...

1:01 AM

 
Blogger Scettico said...

il copyright del termine "bloggata" è mio!!

2:57 AM

 
Blogger Dr. Pippity said...

Come, come? Tu sei quello che non aggiorna più il blog da approssimativamente dieci mesi? :-)

7:32 AM

 
Blogger Scettico said...

appunto! più bloggato di così..

3:34 AM

 

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