09 May 2007

Torna a casa Achille

Forse non lo fanno tutti, ma è dimostrato che i gatti che, fagotto in spalla prendono l’uscio di casa, poi tendono a tornare indietro. Un po’ come gli uomini. Achille lo fece un giorno, ma giusto per farsi un giro sul tetto di casa. Tornò dopo appena venti minuti, forse solo e quando si rese conto di aver sbagliato la via di fuga e di non aver imboccato la porta che dava al pianerottolo.
Il fenomeno dei gatti che ritornano a casa percorrendo distanze abissali lascia tuttavia abbastanza sbigottiti, tanto da portare anche il mondo scientifico a pronunciarsi in merito alla questione. Di fatto, si tratta di un fenomeno che trova poche spiegazioni, a meno che non lo si faccia ipotizzando la presenza di capacità sensoriali nei felini. Partendo da questa idea, tale Michael W. Fox, da non confondere con l’attore protagonista di Ritorno al futuro e figlio modello di Casa Keaton, avrebbe enunciato la tesi della “Dissonanza fra ora solare e ora interna” nella spiegazione del cosiddetto “Homing”, ovvero della capacità di ritrovare la strada per ritornare a casa. Secondo tale teoria, sembra che il gatto sia in grado di “leggere” la luce del sole, traducendola, in base all’inclinazione e alla polarizzazione dei raggi solari, in ore e stagioni. Il gatto confronta questi valori con il proprio orologio interno tarato al chilometro quadrato nel quale identifica la propria abitazione. Così, la discrepanza fra l’orario esterno e quello interno guidano il gatto fino alla porta di casa: se tale gap aumenta, la direzione è sbagliata, al contrario il gatto è sulla retta via. Il limite di tale ipotesi sta nel non spiegare come i gatti ciechi (quelli fatti dalla gatta frettolosa), sordi o gravemente menomati riescano ugualmente a ritrovare la strada di casa.
La teoria dei Behoviaristi, forse ancor più spregiudicata di quella di Fox, attribuisce il merito delle capacità di orientamento alle vibrisse che, lontano da essere una nuova marca di yogurt arricchito con fermenti lattici e bifidus attivo, rappresentano una sorta di recettori che, captando gli impulsi magnetici attivano nel gatto un congegno per l’ecolocazione. Tuttavia sia la teoria della “dissonanza” che quella del “magnetismo” non riescono a fugare tutti gli interrogativi che ogni volta ci poniamo quando i gatti effettuano imprese del genere. Il motivo per cui certi uomini ritornino indietro ancora mi sfugge, e tra l’altro non viene spiegata con teorie basate sull’ecolocazione o sull'Oming (?) per esempio. Tornando ai gatti, forse ha ragione Joseph Wylder, autore di Psychic Pets, quando afferma che il rapporto del gatto con il cosmo è determinato in parte dalla luna, in parte dal soprannaturale e da tutti quegli aspetti dell’universo che noi umani non riusciamo a comprendere. Chissà che proprio i gatti, nel loro stato di qui e ora, senza preoccupazioni temporali di ciò che è avvenuto in passato e ciò che dovrà avvenire in futuro, non riescano ad avere un rapporto più diretto con il soprannaturale. Lo stato mentale di un gatto non fa una grinza: mangiano, bevono, dormono e giocano. Sono indipendenti e non temono la solitudine. Oltretutto non sembra abbiano cognizione del tempo, non hanno aspettive, non vivono l’attesa e vivono nel presente in assenza di pensieri. E trovano anche la strada di casa.

6 Comments:

Anonymous Anonymous said...

E' possibile che Achille sia un pò ingrassato? Mi pare di averlo visto sotto una macchina..

12:49 AM

 
Blogger Dr. Pippity said...

Spero che la macchina non fosse in movimento...

12:54 AM

 
Anonymous Anonymous said...

no, la macchina era ferma... e pure Achille che mi sembrava un filo fuori forma... ma magari perchè è appena finito l'inverno...

12:55 AM

 
Blogger Dr. Pippity said...

Eh già. La vita da strada ti porta a doverti fare ossa e muscoli...

1:02 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Cavolo, questa è bella... posso riciclarla anche per il mio stato di forma!

1:28 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Cavoli, l'autrice del blog compie gli anni, e nemmeno un accenno!

5:04 AM

 

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