04 May 2007

Sciopero mezzi: se andassi a pescare?

Tornerà a splendere il sole. Ma solo lunedì. Previsioni meteo per oggi: pioggia debole in mattinata (ma sta diluviando), coperto nel pomeriggio, pioggia in serata e coperto stanotte. Domani? Temporale. Oggi, che avrebbe piovuto, si sapeva. Se viene indetto uno sciopero dei mezzi pubblici a Milano, puoi star certo che diluvia e che con ogni probabilità, stasera mangerai pizza (vedi post “E se mangiare una pizza aiutasse i neuroni alfa?”).
Il dilemma della giornata è: come recarsi al lavoro?
Prima opzione: uso i mezzi pubblici negli orari permessi, ossia entro le 8.45 e prima che i tranvieri si rimettano in sciopero alle 17, ora in cui scatta il rientro a casa per tutti gli impiegati di ufficio e varie a Milano. Questa opzione dà la certezza di arrivare sul posto di lavoro, purtroppo ci si arriva isterici. Prova a farti 21 fermate di metropolitana compresso come in una scatoletta di sardine e, se hai la fortuna di trovare un posto a sedere, con l’ombrello del pendolare che ti sta di fronte, immerso nei suoi pensieri, puntato addosso e che ti gocciola sul ginocchio per l’intera durata del viaggio.
Seconda opzione: recarti al lavoro in macchina. Prima o poi, in ufficio, ci arrivi, nonostante le macchine che procedono a passo d’uomo per automobilisti terrorizzati dal fenomeno acquaplanning e nonostante i vetri appannati che tenti di disappannare con la ventola dell’aria calda. L’effetto immediato ottenuto non è ovviamente quello che ti eri prefissato bensì una sorta di hammam turco fai-da-te nel tuo veicolo, con conseguente formazione di funghi e batteri e curiose forme vitali primordiali che ritroverai al volante all’uscita del lavoro, pronte a ricondurti a casa. In pratica, hai chiesto due ore di permesso per giustificare il fatto che sei arrivato alle 11, e chiederai altre due ore di permesso per uscire alle 16 in modo da evitare il traffico del rientro, oltre al fatto che il continuo strombazzare delle forme primordiali impazienti di tornare a casa, ti avrà ormai infastidito al punto di massima sopportazione.
Terza opzione: le due ruote. La Coppa America si potrà fermare per la pioggia, ma un motociclista che si traveste da pescatore di tonni non lo può fermare nessuno. Stamattina ho preferito lasciare nella sua confezione di plastica la mantellina gialla regalatami dal benzinaio di fiducia (volevo evitare l’effetto svolazzante da supereroe motorizzato), e optare per la cerata ricevuta con l’abbonamento annuale di “Pescare Carpfishing”. La scelta d'altronde era tra la cerata verde militare, il Manuale della Pasturazione e il ricettario “21 maniere per cucinare la Trota”, ma visto che a pasturare ho ingranato e non mi piace la trota, la cerata sembrava l’omaggio più consono.
E, infatti, sono arrivata in redazione asciutta, quasi. Ho riscontrato qualche problema solo nella tenuta delle mie scarpe da ginnastica: evidentemente le Adidas Stan Smith sono state progettate solo per giocare a tennis, negli anni '70. Temo che dovrò valutare un abbonamento aggiuntivo a “Il pescatore d’acqua dolce” per accaparrarmi un paio di stivali da pesca, che passino indenni la traversata in moto di certe pozze infingarde in cui è impossibile non imbattersi per strada e soprattutto, per non avere più i piedi freddi fino a sera. La prossima volta vado a pescare a Basiglio.

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