11 October 2007

The sleeping beauty: una strega innocente (I)

“C’era una volta un re e una regina ch’erano tanto dispiaciuti di non aver figli, ma tanto dispiaciuti da non potersi dir quanto. Tutti gli anni andavano nei più diversi luoghi del mondo a far la cura delle acque; voti, pellegrinaggi, ricorsero a tutto, ma nulla giovava. Alla fine però la Regina si mise ad aspettare e mise al mondo una bambina”. Inizia così una delle più celebri favole di Perrault, La Bella Addormentata nel Bosco. Finora di streghe neanche l’ombra, ma perché vengano chiamate in scena le Fate non c’è da aspettare molto. Infatti, il giorno del battesimo della principessina, a far da madrine alla piccola, vennero chiamate tutte le fate che si riuscirono a trovare in paese (ce n’erano 7), perché ognuna facesse un regalo alla bambina, com’era quel tempo l’usanza delle Fate. Dopo il battesimo si organizzò un banchetto in onore delle Fate dove “il posto di ciascuna era stato apparecchiato con splendide posate, in un astuccio d’oro massiccio, ov’erano cucchiaio, forchetta e coltello d’oro finissimo, tempestati di diamanti e rubini”.
E qui, il colpo di scena.
"...mentre che tutti stavano prendendo posto, si vide entrare una vecchia Fata, che non era stata invitata, perché da oltre cinquant’anni non usciva più dalla sua torre, e tutti la credevano morta o incantata. Anche a lei il Re fece dare una posata, ma non ci fu modo di presentargliela in un astuccio d’oro massiccio, come alle altre, perché egli ne aveva fatti fare solo sette, tanti quante le Fate. La vecchia credette che la si volesse umiliare, e borbottò fra i denti qualche minaccia”.
Mi metto un attimo nei panni di questa vecchietta, presentata dall’autore come una Fata, un po’ in là con gli anni, ma pur sempre una fata. Questa vecchia viene dimenticata nella sua torre per più di 50 anni senza che nessuno nel paese si sogni di andare a vedere se è ancora viva e vegeta o se di lei è rimasto giusto qualche osso. Un po’ come succede ai giorni nostri, quando si legge a caratteri cubitali: “Deceduto da due settimane, trovato sulla poltrona del salotto” (se è morto, non si sposta) e nell’articolo: “i vicini da casa insospettiti dall'odore diffuso per scale e pianerottoli e disdicevole per l’androne della palazzina hanno chiamato il 112”.
Tornando alla favola in questione, chi non se la sarebbe presa? Non invitata al banchetto, con l’aggravante che di lei, a nessuno importasse un piffero in verità. E dopo il danno la beffa. La vecchia Fata si presenta al banchetto, ma per lei non c’è nessun astuccio d’oro. Un po’ come arrivare a un allegro convivio ed essere fatti accomodare sullo spigolo del tavolo con una tovaglietta di carta da Self-Service e un piattino di plastica improvvisati. Alla sottoscritta sarebbero un po’ girate, e anche alla Vecchia Fata. Tanto che, al momento di fare i doni alla Principessa “questa disse che la Principessa, si sarebbe punta una mano con un fuso e ne sarebbe morta”. A tentar di porre rimedio alla maledizione accorre un’altra fata che lancia la profezia un po’ alla Mago Otelma: la giovane Principessa si sarebbe punta sì con un fuso, ma sarebbe solo caduta addormentata per un periodo di 100 anni finché il figlio di un re non fosse venuto a svegliarla. La nostra vecchia Fata compare così solo al principio della storia, che prosegue secondo i fatti annunciati...

ma continuo domani... :-)

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