19 January 2007

Come sono diventata verde con i Fanghi Gnam

A quasi sei mesi dall’apertura di questo spazio felino in rete, ritengo sia giunto il momento di dare qualche spiegazione. Lo sfondo color verde pisello di questa homepage non è un caso ma frutto di una scelta oculata. L’immagine di una porzione limitata di me stessa fa seguito alla considerazione per la quale, se si vedesse il resto, forse non si registrerebbero più accessi a questo spazio virtuale.
Ho la pancia verde. In verità, sono tutta verde. Già. Dalla testa ai piedi, da sei lunghi mesi. All’inizio è stata dura. Il solo pensiero di essere verde come l’orco Shrek, Carletto il camaleonte dei Sofficini, Kermit dei Muppets, l’incredibile Hulk o il piccolo Chobin mi faceva verde dalla rabbia. Poi ho pensato ai Simpsons, ai Puffi e ai Barbapapà (dove non ne esiste uno verde…) e non mi sono sentita più così sola. Forse il verde porta anche un po’ di notorietà.
Tutto ha avuto inizio un giorno della scorsa estate, una settimana prima della partenza per le tanto agognate vacanze. Prova costume e altre mille paranoie da femmina, mi avevano teletrasportato in un’erboristeria da cui, dopo poco tempo, uscivo con una confezione di miracolosi Fanghi d’alga Gnam in mano. Secondo quanto enunciato sul foglietto illustrativo all’interno della scatola, questo ammasso limaccioso garantiva risultati immediati come la diminuzione degli inestetismi cutanei e adiposità della pelle. Già dalle prime applicazioni.
Due brevi calcoli per capire che: A) avevo solo una settimana B) volevo un effetto immediato C) era necessario un trattamento d’urto.
Arrivata a casa non avevo perso tempo. Il terrore di ottenere un risultato immediato ma non omogeneo fece sì che in quella occasione non venisse risparmiato neppure un centimetro quadrato della mia epidermide e in pochi minuti, ero ricoperta di fango, avvolta in cellophane come un salame di cioccolato poggiato sul ripiano intermedio del frigorifero. Le istruzioni d’uso prevedevano una seduta di 45 minuti. Solo tre quarti d’ora? Neppure il tempo di guardarsi una puntata di Star Trek. Decisi che avvolta come una soppressata, potevo anche passarci la notte intera (considerando il rapporto direttamente proporzionale tempo-efficacia). Il mattino seguente, al suono cantarino della mia sveglia (avuta in regalo con l’ellepi “Resta vile maschio, dove vai?” di Rino Gaetano anno 1979), mi era sembrato di sollevarmi dal letto del Nilo e, liberandomi dalla guaina fatale, iniziavo a vedermi sempre più verde.
Il primo giorno, nonostante fosse fine luglio, mi ero recata sul posto di lavoro piuttosto coperta, giusto un paio di jeans e una dolcevita manica lunga, dichiarando di aver mangiato qualche cozza poco convincente e di aver accusato qualche problema di digestione notturna.
Accorgendomi che l’effetto verde non dava segni di cedimento, mi recai da un dermatologo.

“Si tratta di un caso molto raro di intolleranza alle alghe. Di recente ne ha mangiate?”
“Forse qualche alghetta in qualche sushi bar”
“Nahhhh, nei sushi bar non si corrono rischi. Devono essere proprio i Fanghi Gnam. Quelli non lo ha mangiati, vero?”
“No, me ne sono ben guardata”
“Non si preoccupi. Tempo sei mesi e il verde scompare”


Non mangio più California Maki. Non riesco neppure a guardare l’insegna di un qualunque sushi bar. Mi lavo solo con il Bio Shout Scioglimacchia. E sono verde dalla rabbia.

12 Comments:

Blogger nonsolopigro said...

Il verde è il colore della speranza, forse non è un caso che tu abbia assimilato questo colore, e la tua pelle non lo vuole più abbandonare.

Buona giornata

2:42 AM

 
Blogger Scettico said...

"Resta, vile maschio, dove vai?" è un album splendido!
Per il resto non preoccuparti. Ti presento Pecoraro Scanio e il tuo futuro politico è assicurato (purtroppo è gay, ma non si può avere tutto).

2:51 AM

 
Blogger Dr. Pippity said...

Speravo in qualche altra soluzione per tornare del mio colore naturale, non una dritta nel mondo politico...

3:17 AM

 
Blogger nonsolopigro said...

Trova un prodotto simile di color pelle, ripeti la procedura, ed in bocca al lupo.

Però, una donna verde, potrebbe essere una variante.....

3:24 AM

 
Blogger Dr. Pippity said...

Già vallo a spiegare in giro, quando ti additano per strada.
Potrei sempre trovare un ruolo da protagonista in Shrek versione film...

3:41 AM

 
Blogger Scettico said...

Sinceramente non vedo la stranezza per un posto dove i diavoli sono rosa..

3:48 AM

 
Blogger nonsolopigro said...

Almeno qualcuno ti nota

5:49 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Cavoli Fiona, ma vista la situazione generale, non sarà un problema di fegato?

7:04 AM

 
Blogger Dr. Pippity said...

Eh no. Se fosse un'infezione virale del fegato non sarebbe verde, bensì una colorazione sul giallo ocra, più Simpsoniana insomma. Credo la causa sia imputabile solo ai fanghi.

7:18 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Caspita Gaico, allora guardare serial ospedalieri serve parecchio!

11:39 PM

 
Anonymous Anonymous said...

Per sfortuna ho letto questo pezzo solo ora, (del resto leggo i tuoi pezzi sponsorizzati da un tuo amico, sceglinedoli in base alla figurina associata)e mi sono reso conto di averti assocciata al personaggio sbagliato di Shrek.
Sorry..
AD

5:11 AM

 
Blogger Dr. Pippity said...

Caro, misteriorioso AD, a questo punto sarei curiosa di avere un tuo parere anche su questo Post:

http://ilmondodiachille.blogspot.com/2006/10/no-mi-spiace-gioved-sono-impegnata.html

...fammi sapere... :-)
baci

1:07 AM

 

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