12 January 2007

Tre, due, uno ...libera!

Tutto cominciò con E.R. Medici in prima linea. Per chi non lo avesse mai visto ( c’è tanto di cofanetto da Blockbuster), si trattava di un Pronto Soccorso nella città di Chicago, dove arrivavano i casi clinici più assurdi, e dove, una certa abbondanza di sangue, pazienti intubati e le tresche personali del personale medico creavano un humus interessante perchè anche una sola puntata persa della suddetta serie si trasformasse in una tragedia. A distanza di anni, dalla testa di qualche altro autore tv sono saltate fuori altre serie come Dr. House, Gray’s Anatomy o Scrubs. Ops… dimenticavo Medico in Famiglia, ma questo, giuro, non l’ho mai visto.
Come si spiega che, superata la prima esitazione a vedere un episodio di una di queste serie (il sangue mi impressiona… C’è Distretto di Polizia sul cinque… Se devo piagnere me’ guardo la De Filippi…), alla fine si finisce per guardare tutte le puntate? Io, in prima linea, per stare in tema.
Perché? Una prima ragione può risiedere nell’avvenenza di qualche interprete e al fascino, sempre irresistibile, del camice bianco e di uno stetoscopio intorno al collo. Io ho guardato E.R. principalmente per il Dr. Carter, lo ammetto. E al camice bianco non è facile rimanere indifferenti. Per anni mi sono sottoposta a molteplici e superflui controlli di un oculista, per questo motivo. Un dì, si tolse il camice e scoprii che aveva un sedere largo quanto quello della cassiera del Conad sotto casa (è uno dei rischi del mestiere) e da quel momento i controlli sono diventati frequenti quanto i tagliandi della mia auto.
Seconda ragione. Episodio dopo episodio, in qualche modo, ci si affeziona alla trama e un pochino si è anche curiosi di vedere come andrà a finire, se il primario scoprirà di aver ingravidato l’anestesista, se questa terrà il bambino o no, se l’inserviente smetterà di rubare rotoli di carta igienica dai w.c. dell’ospedale.
E forse, sotto sotto c’è anche qualcos’altro. Forse ci si vorrebbe capire qualcosa di più, di quello che succede negli ospedali, del linguaggio incomprensibile dei medici, come semplicemente sapere che la Sindrome di Marfan o il Morbo di Chron non hanno niente a che vedere con il Test di Yasso. O forse c’è un timido tentativo di superare certe paure. Qualsiasi ospedale o clinica non è certo un bel posto dove recarsi e, se ci pensi bene, se ci vai è per andare a visitare qualcuno (che non sta bene) o per te stesso (che non stai bene). In entrambi i casi, preferirei andare da qualche altra parte.

Motivi di gaudio per recarcisi?

1. Entrare con una prima di seno e uscire con una terza abbondante
2. Entrare da marsupiale e uscire con 5 chili in meno e con qualcosa in braccio
3. Un appuntamento con il sopracitato Carter

Tuttavia, la vita è piena di sorprese, se mi si permette e, può capitare di trovarsi in questi corridoi lunghi e stretti, con pazienti e famigliari di pazienti un po’ dappertutto, e capita che ogni tanto l’occhio cada (in senso lato, ovvio) su qualcuno che si trova lungo disteso su un lettino parcheggiato in corridoio. Umana e morbosa curiosità. La paura di vedere la reale sofferenza, però, fa sì che i bulbi oculari si dirigano subito altrove.
Un giorno (perché ci ho passato proprio tutta la giornata) mi ci sono trovata pure io, in un E.R. Italian Style e ho assistito a un vero Reality Show (altro che serie tv). Dopo ore che me ne stavo lì ad ascoltare le storie di tutti, femori spaccati, incidenti stradali e accoltellamenti, mi hanno parcheggiato affianco un uomo, immobile, bello disteso su un lettino. Dormiva? Era in stato di incoscienza? Era morto? Chi può dirlo. Stava lì. Dopo un paio di ore me lo sono ritrovato al piano di Radiologia. Aveva cambiato posizione, quindi almeno morto non lo era.
Sì, gli ospedali fanno cagare un po’ in mano. E.R. poteva essere ambientato solo a Chicago. E pensare che medici e dottori abbiano qualcosa di umano, consola un poco.

7 Comments:

Blogger Scettico said...

Controllali bene i tuoi occhi, al Policlinico di Roma li stanno aspettando...
Al di là di questo il Dr.House è una genialata :-)

2:10 AM

 
Blogger Dr. Pippity said...

L'importante è arrivarci, anche lunga e distesa, ma scortata...

2:32 AM

 
Anonymous Anonymous said...

cavolo, pensa se per caso oggi avessi anche cambiato editore! Alora sì che sarebbe una giornata da passare lunga e distesa...

6:01 AM

 
Blogger Dr. Pippity said...

Chi ti dice che in questo momento sia in posizione verticale infatti? Tant'è che sto aspettando di essere convocata davvero da un nuovo direttore editoriale. A stasera, in piedi, non arrivo.

6:06 AM

 
Anonymous Anonymous said...

ER per sempre, anche se, come non provare simpatia per quel simpaticissimo bastardo che è il Dr.House!

6:50 AM

 
Anonymous Anonymous said...

..e' propio una fissa...... pero' mi sarebbe piaciuto accompagnarti.... e alla tanto attesa domanda avrei saputo cosa rispondere..

1:51 PM

 
Anonymous Anonymous said...

gaico scrivi,scrivi e scrivi.... e' bello vedere il tuo profilo psicologico mutare....????
sembri anche brava, certo non sono un'esperto ma mi piaci..!!

11:06 AM

 

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