15 October 2007

Asilo (Del) Pieruccia: iscrizioni aperte

Non ho le gambe della Parietti, ma ogni tanto anche a me piace parlare di calcio. E se finora l’ho fatto solo con il mio amico benzinaio, come succede da un anno a questa parte ogni qualvolta l’Inter segna i tre punti in classifica, oggi mi permetto di farlo su questo Blog. La verità è che spesso il calcio è davvero intrigante anche per noi ragazze. È anche per questo che un cartone animato come Holly&Benji, qualora rientrasse nel palinsesto di Mediaset, ancora oggi inchioderebbe davanti allo schermo televisivo centinaia di over trentenni. E non solo perché ci giocava quel figo di Julian Ross. Qualche maschietto avrà da dire che più che il calcio ci piacciono i giocatori, obiettando che di sicuro non abbiamo visto un episodio di Shingo Tamai. È vero, ma se è per questo, non mi sono lasciata scappare neppure quel capolavoro di “Sognando Beckham”, dove non ci sono che ragazze, una sorta di Mimì e le ragzze della pallavolo, ma con calzettoni e parastinchi.
Il calcio ci piace, certi calciatori pure, ma non quelli che fanno piagnistei continui. Settimana scorsa ne ho lette di tutti i colori, cominciando da un certo Dida, protagonista di una sceneggiata napoletana su campo scozzese: durante la partita con il Celtic, invade il campo un tifoso locale che colpisce il portiere rossonero con un buffetto sulla guancia. Dida incassa il colpo, muove qualche passo per rincorrerlo, ma si accascia subito a terra con le mani al volto; di lì a poco è portato via in barella con tanto di borsa del ghiaccio sulla guancia. Per un buffetto? A terra così non si sarebbe gettato neppure il più piagnone dei bambini che frequentavo a 5 anni nella vasca della sabbia al parcogiochi. “Probabilmnete ha esagerato” ha detto qualcuno e, infatti, guarda a caso si è beccato due giorni di squalifica. Può succedere, lui neppure è fortunato visto che già in un’altra occasione aveva avuto a che fare con dei petardi sulla capoccia.
Poi c’è Alex (o Sandrino). Lui se l’è presa per la panchina a Firenze e si è offeso con Ranieri; poi tra una pubblicità e l’altra tra passeri e gazzeladre, non ha preso bene l’esclusione dalle convocazioni azzurre del Cipì Donadoni, per la partita di sabato scorso contro la Georgia. Per non parlare della società che indugia nel rinnovargli il contratto in scadenza. Sandrino, ragiona, prima che ti veda sbattere i piedi a bordo campo, quando dovresti invece usarli in campo.
Negli ultimi tre anni in serie A, hai giocato per intero 17 partite su 83; che poi andassi a una festicciola in maschera vestito da zebra, sono fatti tuoi, ma i numeri cinguettano chiaro. Poi non è che puoi metterti a decidere dove e come giochi. Non è che, siccome sei stufo di fare il centrocampista esterno, puoi decidere tu di fare la punta. Scusa, ma quando giochi a Risiko che fai? metti i carrarmatini come ti girano dove vuoi tu?
La vita di uno sportivo, si sa, non è troppo lunga (Julian Ross aveva anche problemi al cuore). Si inizia a giocare ad alti livelli ben prima dei 20 anni ed è comprensibile che non si arrivi a 40 anni con le stesse prestazioni e soprattutto con gli stessi risultati. Cìò non toglie che uno sia stato un grande campione, ma un buon giocatore sa anche quando è il momento di appendere gli scarpini al chiodo (per ora, non è ancora il tuo caso, Sandrino) o quando è il momento di farsi un po’ da parte per dare spazio anche ai più giovani, smettendo di fare la prima donna (questo è il tuo caso invece). Non che le testate siano una trovata geniale per l’abbandono della carriera, ma qui tra svenimenti e lacrime, finiamo per giocare con le Barbie.

7 Comments:

Blogger nonsolopigro said...

Penso che la caratteristica che contradistingue un campione dalla massa, e questo non vale solo per i campioni dello sport, è la caparbietà, e non mollare mai, fino alla fine.

5:15 AM

 
Blogger Dr. Pippity said...

Senza dubbio. Solo che ogni tanto mi sembra che certi giocatori, paradossalmente arrivati anche a un certo livello, trascurino il concetto di "squadra". Ma forse dovrei prendermela di più con i giornalisti che dedicano alla frustrazione di Sandrino puntate quotidiane su tutti i giornali...

7:40 AM

 
Blogger nonsolopigro said...

Il problema, che si pensa di essere talmente bravi da essere indispensabili alla squadra.
Ti prego non prendertela con i giornalisti per questo.
E' veramento strano che sulle testate sportive trovi qualcosa di sensato, correggo, che sia in linea con la realtà.
Oddio, mi accorgo che questo vale anche per le altre testate.

8:19 AM

 
Blogger Scettico said...

Facendo finta di dimenticare per un attimo la reputazione calcistica dell'autrice... devo ammettere che il pezzullo contiene argomenti condivisibili.
Tenderei comunque a differenziare le due situazioni: i capricci di Paperoga Del Piero in realtà sono un mero paravento per motivazioni puramente economiche, e in ogni caso queste polemiche e scandali sono funzionali al gioco, non per niente esistono da quando esiste il calcio (e non è un modo di dire: prova a cercare su google "Renzo de Vecchi" "figlio di Dio"). Persino in Holly e Benji ci sono.
Molto più grave l'exploit di Dida che, oltre a essere un caso umano, è preoccupante sotto l'aspetto della correttezza sportiva..

2:49 PM

 
Blogger prostata said...

Secondo me il vero Del Piero ha appeso gli scarpini al chiodo un decennio fa, circa, poi dev'essere subentrata una qualche controfigura...

12:29 PM

 
Blogger Scettico said...

http://snipurl.com/1s9rm
...visto? Evidentemente non è così scemo come sembra :)

12:52 AM

 
Blogger Dr. Pippity said...

Apperò, bella teoria. quindi bisognerebbe chiedersi piuttosto chi il misterioso personagggio che tiene il broncio in panchina? Ad ogni modo mi sembra che oggi si sia accordato per la paghetta mensile... I giornalisti dovranno trovare altro di cui scrivere.

3:45 AM

 

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